

La SEO locale è uno degli strumenti più efficaci per attrarre clienti nei territori in cui un’attività è radicata. Eppure, è anche una delle aree in cui si commettono più errori. Sottovalutazioni, scorciatoie, approcci generici: tutto questo si traduce in una cosa sola, ovvero essere invisibili proprio dove si dovrebbe essere rilevanti.
In un contesto in cui oltre il 70% delle ricerche con intento commerciale ha una componente geografica (fonte: Google), ignorare la SEO locale significa lasciare sul tavolo una fetta importante del proprio mercato. Ma non basta esserci: bisogna esserci nel modo giusto.
Ecco i cinque errori più comuni che vediamo nei progetti SEO locali — e come evitarli con una strategia che funziona davvero.
1. Pensare che basti “inserire il nome della città”
Uno degli errori più diffusi è credere che per posizionarsi a livello locale basti inserire il nome della città nel testo o nel titolo della pagina. Frasi come “Ristorante a Bergamo” o “Avvocato Milano” ripetute meccanicamente non bastano — anzi, spesso penalizzano.
Come evitarlo: lavorare sulla coerenza tra contenuti, contesto, struttura del sito e segnali esterni (Google Business Profile, backlink locali, citazioni). Google non premia chi menziona una città, ma chi è realmente autorevole e rilevante per quella città.
2. Ignorare Google Business Profile (ex Google My Business)
Molte aziende locali creano la scheda su Google Business Profile, ma poi la lasciano ferma. Nessuna foto aggiornata, nessuna recensione gestita, nessun post o aggiornamento. È come avere un’insegna spenta davanti al proprio negozio.
Come evitarlo: curare la scheda come se fosse il proprio sito. Aggiornarla costantemente, rispondere alle recensioni (sia positive che negative), inserire servizi, orari aggiornati e immagini professionali. La scheda GBP è un canale attivo di comunicazione e posizionamento.
3. Non ottimizzare per mobile e velocità
Chi cerca un servizio locale lo fa spesso da mobile. Se il sito non si carica rapidamente, se i pulsanti sono troppo piccoli o se la mappa non si vede bene, l’utente se ne va. E con lui, il cliente potenziale.
Come evitarlo: ottimizzare performance e UX. Un sito lento o difficile da navigare penalizza la SEO e l’esperienza. Mobile-first non è più un’opzione, è il minimo sindacale.
4. Avere un sito senza struttura locale
Un altro errore classico: il sito presenta l’azienda in modo generico, senza pagine dedicate alle singole aree geografiche. Il risultato? Google non capisce per quali zone si è rilevanti, e l’indicizzazione è scarsa o discontinua.
Come evitarlo: creare pagine localizzate con contenuti utili, veri e contestuali. Non copia-incolla con lo stesso testo che cambia solo il nome della città, ma contenuti pensati per il pubblico locale. Più specificità, più pertinenza.
5. Ignorare i backlink e le citazioni locali
Molti credono che per la SEO locale basti agire sul proprio sito. In realtà, Google guarda anche cosa succede intorno: link da portali locali, articoli sul territorio, citazioni coerenti su altri siti.
Come evitarlo: costruire una rete di visibilità esterna. Collaborazioni con realtà locali, digital PR, registrazione su directory affidabili. Anche una citazione su un sito di quartiere, se autorevole, rafforza il segnale di prossimità.
La SEO locale non è una scorciatoia, ma una strategia precisa, basata su contenuti, relazioni e rilevanza reale. Non basta “esserci online”, serve dimostrare che si è parte di un territorio, che si conoscono le esigenze delle persone e che si ha qualcosa da dire — e da offrire — proprio lì.
E in un mondo dove i motori di ricerca diventano sempre più intelligenti, la verità locale conta più delle parole chiave.